lunedì 3 gennaio 2011

Capitolo I

"Presto! Presto!" rimbombavano le voci di più persone in quello stretto corridoio, le luci passavano a velocità sopra la testa insanguinata della donna. E' incredibile confrontare la lentezza del processo con cui veniamo al mondo con la velocità sfrenata con cui tendiamo ad andarcene: Proprio in quel momento infatti, il bambino nel grembo alla donna, voleva venire al mondo con la stessa fretta che aveva la madre nell'andarsene.
Poi in un momento non ben definito di quell'agonia la madre stringendo al cuore la coroncina del rosario pronunciò le seguenti parole:
"Signore ti prego, il padre di questo bimbo è già lì con te, io starò per raggiungerlo... questo bambino invece vivrà senza aver conosciuto l'amore dei propri genitori. Ti prego...insegnagli ad amare... aiutalo... a comprendere a pieno cosa vuol dire amore."
E detto ciò, spirò.
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Un rumore di vetri rotti preannunciò un assordante sirena di allarme proveniente da un negozio situato in una strada di periferia. Un uomo, o forse un ragazzo a giudicare dalla statura, con una calzamaglia in testa, uscì di corsa con un sacco nero in mano ed imprecando "Merda" e scappando a gambe levate. Le auto della polizia però furono veloci e rapidamente bloccarono tutte le vie di fuga.
"Fermo Jack! Ormai non hai più scampo!" disse lo sceriffo.
"Alza lentamente le mani dietro la testa"
Il giovane fece cadere il sacco a terra e alzò le mani in segno di resa. Subito un agente si avvicinò a lui con le manette e gliele mise ai polsi: "Sei in arresto per i crimini da te commessi, hai il diritto di rimanere in silenzio, tutto ciò che dirai potrà essere utilizzato contro di te in tribunale..." ed iniziò così ad elencare tutti i diritti del ladruncolo.
"Lo so lo so..." esclamò il con saccenza "..Quando la finirete con questa buffonata?" e detto questo si fece scappare una risatina ironica.
"Questa volta no mio caro, sei stato colto in fragrante, abbiamo le prove... niente potrà negarti una bella vacanza in prigione"
"Ahahah sceriffo, come se non sapesse come va a finire ogni volta!"
"Questa volta i tuoi amici ai piani alti non ti aiuteranno. Non crederai mica che per qualche favoretto alla Mafia tu sia intoccabile!"
"La società è corrotta lo sai meglio di me, è inutile che lo neghi così spudoratamente" e detto questo si fece scappare un'altra risatina.
"Lo so benissimo, ma ciò non toglie che vi è gente giusta al mondo, gente che crede negli ideali e nell'amor fraterno.."
"Ahaha crede ancora alle favole sceriffo?"
"No, credo ai fatti, e le prove contro di te sono schiaccianti, nessun avvocato o politico corrotto potrà salvarti..."
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Jack Collins era tranquillamente seduto accanto al suo avvocato, consapevole che "quella buffonata" come la riteneva lui sarebbe presto finita da un momento all'altro.
L'avvocato d'accusa stava esponendo le sue prove, le quali erano per altro inattaccabili, e mostravano come il giovane fosse immischiato in un'associazione mafiosa che aveva agganci un pò in tutto il paese. Tutto ciò che diceva era la verità, Jack lo sapeva, come sapeva che del resto anche il suo avvocato difensore era il braccio destro del Boss quindi non si preoccupava più di tanto.
"Vostro Onore, chiamo a presiedere alla corte Gaspare Cinquepalmi"
Un brusio riempì la sala, il nome di quell'uomo era conosciuto e temuto da tutti i presenti, si trattava dello stesso "Don Gaspare" al quale Jack aveva prestato servizio nella associazione a delinquere.
"Signor Cinquepalmi, può confermare ciò che ha detto nel processo di stamattina? Chi è il capo dell'organizzazione? Lo può indicare?" In quel momento Jack ebbe paura, forse le parole dell'odiato sceriffo si stavano per avverare.
Il dito ingrassato del Boss indicò il ragazzo poco meno che vent'enne
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Jack attendeva in un aula con un grande specchio e una luce bianca del tutto innaturale, le porte erano rinforzate e tutto l'ambiente sembrava privo di aria e di vita.
Entrò da una di queste porte, che aprendosi fece un rumore di scatto, un ometto bassino e rotondo in viso con un principio di calvizia in testa e quei pochi capelli che aveva di castano chiaro che tentavano un riporto. Aveva le maniche della camica rimboccate fin sopra i gomiti e un espressione tale da far intuire come se in realtà ne sapesse molto di più di quello che lasciva intendere a vedere.
"Salve Jack sono il nuovo avvocato che hai richiesto, quello d'ufficio... Frankie Moore" disse tendendo la mano al suo nuovo cliente.
"Finalmente posso parlarle! Mi hanno incastrato!"
"Beh non c'è da sorprendersi..."
"Lei mi crede non è così?"
"Non serve un occhio attento per distinguere un Boss ingrassato che fa 'scarica barile' su un ragazzo... innoc... beh... a giudicare dalla tua cartellina non proprio..." disse sventolando il fascicolo contenente la fedina penale del giovane.
"... ma purtroppo non posso fare niente per te"
"Non può fare niente? Ma non è giusto!"
"Il mondo è ingiusto mio caro ragazzo..." disse e così facendo prese un sigaro dalla sua tasca e lo mise in bocca cercando di accenderlo.
"Mi hanno dato ventisette anni! Ventisette anni a stare chiuso in una cella? Non può abbandonarmi così!"
Il sigaro si accese in quel momento e l'avvocato, che aveva ben poco di tale mestiere, sbuffò del fumo e poi disse disse:
"Una soluzione ci sarebbe... per diminuire la pena, non di certo togliertela del tutto... potremmo chiedere una perizia psichiatrica e dichiarati impossibilitato di intendere e di volere... in questo modo tutte le confessioni contro di te perderebbero di valore"
"Non vi sono altri modi?"
"No purtroppo non ci sono altre strade".
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Il rumore, già assordante in lontananza, dell'elicottero si faceva sempre più insopportabile. Frank stava ammirando il cielo ripensando a cosa aveva trovato in quel ragazzo di così particolare da aiutarlo in quel modo. Di norma lui era un tipo che credeva molto nella giustizia, e spesso era stato deluso dalle situazioni della vita. Non aveva mai fatto carriera perchè credeva nei valori delle persone e "purtroppo per fare carriera", come si ripeteva sempre , "serve cinismo e cattiveria" doti che lui faceva credere di avere ma in realtà era di animo puro.
Aveva visto nella sua lunga carriera assassini, ladri, furfanti, mafiosi e persino la specie peggiore i politici e ,anche se aveva accettato di aiutarli, non si era mai spinto a far evitare la galera in quel modo. Cosa aveva quel ragazzo di tanto speciale? Forse semplicemente vedeva in lui qualcosa di buono...
Poi ritornava in mente quella fedina penale: rapina a mano armata, estorsione,truffa, furto con scasso, associazione mafiosa... insomma non si poteva dire che fosse un ragazzo con la testa sulle spalle. Eppure lo sguardo, quegli occhi verdi idilliaci, non gli sembravano gli occhi di un delinquente. "Di essere, non ha ucciso nessuno..." pensava "...quindi può essere solo un ragazzo che ha bisogno di aiuto. Era un pò intimorito dai suoi stessi ragionamenti "ti rendi conto che stai giudicando un ragazzo solo da uno sguardo? Eppure ne hai viste di cotte e di crude! Ti lasci convincere da un espressione? Hai imbrogliato! Devi sentirti in colpa...Tutto sommato il manicomio non è una vacanza..."
L'elicottero atterrò e una guardia prese Jack dalle spalle, facendo scivolare biondi capelli ricci e lunghi fino ad oscurare il volto. La camicia di forza che aveva addosso gli impediva di muoversi e di scappare. Fu scortato prima dal suo avvocato il quale fece un semplice cenno alle guardie che li avrebbe seguiti e poi sin dentro l'ospedale.